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Intervista esclusiva al frontman degli H.I.M. Ville Valo sull’addio dopo 25 anni insieme

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“Non c’era la scintilla. Abbiamo iniziato a lavorare al nuovo materiale. Alle mie orecchie non suonava bene, sembrava troppo, troppo vecchio,” il frontman degli H.I.M. Ville Valo racconta semplicemente il modo in cui il gruppo rock finlandese si è separato dopo un quarto di secolo insieme.
Siamo all’iconico Sunset Marquis la mattina dopo che la band ha suonato il primo dei due concerti sold-out al Wiltern. Il tour, soprannominato secondo la tipica stravaganza degli H.I.M., “Bang & Whimper,” è molto più bizzarro che piagnucoloso. Dal momento in cui le luci si sono spente e il brano d’apertura “Buried Alive by Love” è partito, la folla era in delirio.
Quando racconto a Valo di una donna al bar che si è divertita e ha vomitato su tutto il pavimento, sorride. “Non sapevo che esistessero ancora persone del genere,” dice ridendo.

Ma poi afferma giustamente. “È come una sorta di macchina da viaggio nel tempo.”

Per 25 anni le leggende del “Love Metal”, come sono stati chiamati per la loro unica fusione tra testi romantici alla Cure e superbi collegamenti e riff pop/metal, hanno costruito un enorme seguito di culto, molti dei quali hanno giurato fedeltà agli H.I.M. sin dall’inizio. Così come i fans dicono addio, l’emozione e l’energia di questi ultimi show americani sta sorprendendo persino la band. La parte americana del tour finirà domani sera, il 17 novembre, a New York. Si può solo immaginare la furia della folla quando le note finali di “When Love And Death Embrace,” che è stato il brano di chiusura durante questo tour, riempiranno l’Hammerstein Ballroom.
In questa intervista esclusiva, l’unica per il Nord America rilasciata da Valo per il tour d’addio, parla del futuro, del perché era il momento di dire addio e di come non vede l’ora di “pattinare sul ghiaccio sottile” come artista.

Steve Baltin: Lo spettacolo della scorsa notte al Wiltern è stato folle. Appena si sono abbassate le luci, il pubblico è impazzito.

Ville Valo: Sì, non so cosa sia successo, è come una sorta di macchina del tempo. Succederà anche stasera. Ed è abbastanza raro che una rock band lo ottenga, io la chiamo la costruzione dei mondi. Bands come gli Zeppelin, i Type O Negative, i Sisters Of Mercy, gli AC/DC, ti risucchiano nel loro mondo, che ha le sue regole, la sua geografia ed è abbastanza eccitante. Quindi, anche al più piccolo livello microscopico, se siamo da qualche parte lì intorno è fantastico. Molte band nuove non hanno questo genere di cose.

Baltin: Quindi hai passato 25 anni circa costruendo questo villaggio. Diventa scoraggiante o triste pensare di lasciarsi questo mondo alle spalle? O ti senti semplicemente pronto?

Valo: Prima di tutto penso di essere onesto con te. Alla fine della giornata devi fidarti del tuo istinto. È una cosa difficile da fare quando si tratta di cinque persone che si conoscono tra loro da quando erano bambini e che hanno costruito un mondo o in qualsiasi modo tu voglia chiamarlo nell’ ultimo quarto di secolo. Anche se il tuo istinto ti dice che è ora di saltare giù dal treno, non è una cosa facile da realizzare. Perciò ci sono voluti circa due anni per rendersene veramente conto e assicurarsi che siamo effettivamente della stessa idea e questo deve essere fatto. Andare in tour è ancora bello, andare in tour è divertente, andiamo molto d’accordo, ma questa è stata una delle altre cose che ho pensato: è bello fare la serie degli ultimi hurrah in tour.

Baltin: La risposta del pubblico ti ha forse ispirato a riconsiderare l’idea?

Valo: Questo mi da la motivazione per scrivere canzoni sempre migliori per il mio prossimo progetto, qualsiasi sarà. Questo è come la penso. Alcune canzoni funzionavano davvero bene, suoniamo dalla fine degli anni ’90 e tutte le persone, anche persone nuove, cantano insieme quei testi che ho scritto quando avevo 20 o 19 anni, il che è eccitante. Quindi non riesco a vedere perché non possa continuare, probabilmente in modo diverso, ma è la parte eccitante. Mi piace pattinare sul ghiaccio sottile. Penso ci debba essere questa componente non necessariamente pericolosa, ma che ti sorprende e ti fa stare in punta di piedi. Se le cose diventato troppo facili o comode, devi fare qualcosa a riguardo. E penso che noi lo siamo.

Baltin: Sono d’accordo con te, ma adesso c’è questa mentalità nel rock and roll di suonare sicuro nel mondo che si sono costruiti.

Valo: Lo so, ma alla fine dei conti questo mondo in particolare non sta andando da nessuna parte. Ci piace quello che abbiamo fatto, siamo davvero felici che abbia funzionato così bene e che ancora lo faccia, il che è piuttosto strano. Ovviamente è strano per noi su tutti i livelli possibili. Sarebbe più facile se ci fosse dell’animosità. E all’inizio non avevamo in mente di fare il tour, ma ho pensato che dovevamo lasciare il tutto su quella che io chiamo “la nota più bassa”. Dobbiamo lasciare il rombo alle nostre spalle.

Baltin: Facciamo un salto in avanti al 1 gennaio 2018. Quella sarà la notte dopo l’ultimo show degli H.I.M.. Adesso che hai iniziato il tour puoi anticipare come ti sentirai quella notte?

Valo: Non ne ho idea, abbiamo ancora 43 concerti da fare prima della fine del tour. Perciò vedremo quanto saremo stanchi prima di questo. A gli ultimi concerti che si svolgeranno in Finlandia ci sarà un sacco di gente delle nostre famiglie e vecchi amici da lontano e i nostri parenti e cose così. Perciò sarà speciale anche per questo e, in questo senso, sarà più rituale rispetto a un concerto. Perciò sono certo che sarà strano, sono certo che sarà fantastico e così via. Ma sì, sarà strano e bizzarro e la mia tecnica per affrontare il vuoto e il senso di abbandono sarà prendere la chitarra perché è quello che faccio sempre quando mi sento a disagio. Quindi scriverò altre canzoni. Ho già scritto canzoni e alcune di queste dovevano essere per i ragazzi, ma siccome il prossimo capitolo degli H.I.M. non è decollato ne farò qualcosa.

Baltin: Vedi un album da solista o non sai cosa sarà? 

Valo: Per essere onesto con te, non lo so. La cosa divertente è che ho lavorato su alcune canzoni e alla fine dei conti, anche canzoni nuove, suonavano un po’ come pezzi degli H.I.M. Perciò il mio scopo non è quello di diventare un interprete solista che suona folk qualunque sia la roba, e lo rende davvero scarso e getta via tutto o fa cose super pop o altro. Non m’interessa. Sono interessato al rock and roll, ma l’imperatore ha bisogno di vestiti nuovi.

Baltin: Perciò non farai uscire un album dance?

Valo: Cazzo no. Non so nemmeno come farlo. Mi piace la musica elettronica, mi è sempre piaciuta, ma mi diverto con le chitarre rumorose e mi piace la malinconia e quando inizio ad elencare le cose che mi piacciono della musica suonano molto come gli H.I.M.

Baltin: Sarà interessante vedere come questo si evolve perché hai il tuo stile e la tua voce.

Valo: Sarà interessante, quindi è ovviamente difficile. Non ho più 20 anni quindi fare qualcosa del tutto nuovo è una sfida in sè e vedere se le persone sono davvero interessate. Ma preferisco comunque correre il rischio e vedere il resto dei ragazzi della band fare le loro cose e rischiare invece di diventare questo jukebox semi-rotto, come una tribute band di se stessi, che penso avrebbe potuto avere senso se avessimo potuto vendere, aggiungere un qualche zero alla fine, come i Rolling Stones. Ma penso che non abbiamo mai registrato l’album perfetto degli H.I.M., non siamo arrivati così lontano.

Baltin: Dal momento che hai ancora questa sfida e nessuna animosità…

Valo: Abbiamo ancora questi 43 concerti, perciò alla fine ci sarà animosità (ride). Ancora una volta, mai dire mai. Onestamente i ragazzi mi piacciono perciò non avrei problemi a fare qualcosa insieme. Ma ora non è il momento, perciò non so cosa riserva il futuro, non ne ho idea. Penso che alcuni dei ragazzi lavoreranno a cose legate alla musica, ma gli individui nella band sono abbastanza differenti uno dall’altro. Perciò è davvero difficile dire se saremo fisicamente nella stessa città nei prossimi anni. Ma vedremo. C’è un motivo per finire adesso e non sappiamo come reagiremo. Questo è come la piastra di Petri in azione, questo è il processo chimico o il test o in qualsiasi altro modo tu voglia chiamarlo che sta accandendo e entro la fine dell’anno sapremo come oscillerà, più o meno. E poi probabilmente ci vorrà anche un po’ di tempo per recuperare.

Baltin: Ci sono alcune canzone che stanno assumendo un significato particolare dal momento che le canti per quella che potrebbe essere l’ultima volta con I ragazzi?

Valo: Questo è il primo tour, da quando so che non avremo un album futuro con gli H.I.M. Posso vedere tutto il materiale che stiamo suonando ogni sera come il corpo principale del lavoro perché non ce ne sarà più. Per la prima volta in canzoni come “Join Me In Death,” sento le parole in modo diverso, forse canto le canzoni in modo un po’ diverso. Lo apprezzo non necessariamente come un estraneo, ma posso vedere la foresta attraverso gli alberi un po’ meglio. È diverso. In fin dei conti questo è anche lo scopo di questo tour, è che possiamo essere anche dei fans. Non necessariamente fans di noi stessi, ma di tutto il movimento che è successo durante gli ultimo 26 anni circa. È l’occasione di un gruppo di persone a caso provenienti da un paese a caso nel mezzo del niente più o meno, che sono stati in grado di viaggiare per il mondo e di essere ancora in qualche modo rilevanti per un bel po’ di persone. Quindi è abbastanza sorprendente. È una celebrazione di ciò, di ciò che abbiamo fatto e di ciò che le persone hanno fatto perché ciò accada, e la musica è la colonna sonora di ciò.

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Fonte

Traduzione  italiana  di Katia Arduini – Revisione a cura di Fabiana Urbisci.

Posted by Fabiana Urbisci

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